Svizzera – “I taxisti italiani ci rubano i clienti”

…. Come si diceva una volta… ‘ tutto il mondo è paese’….

La sigla NCC è finita per essere ben conosciuta anche in Svizzera …

In questo articolo di MAURO SPIGNESI tratto da caffe.ch viene spiegato di cosa si tratta.

Non è più soltanto una guerra tra taxisti. E neppure una contrapposizione come quella finita in tribunale tempo fa a Bellinzona.

No, adesso la rivolta  è contro chi arriva dall’Italia. Ovvero le auto con il contrassegno Ncc: noleggio con conducente.

In pratica macchina più autista, ma con tariffe forfettarie che non rispettano quelle rigide stabilite a diversi livelli nella Confederazione. “Tanto che spesso quando presento il conto mi sento un ladro”, racconta a CafféTv un tassista di Lugano: “Ma noi paghiamo le imposte sino all’ultimo franco e dobbiamo far andare il tassametro”. Le segnalazioni si susseguono. L’ultima è del presidente dei tassisti (categoria B) Kareem Tiwamil: i titolari di Ncc arrivano in Ticino e stanno qui anche la notte, ci portano via i clienti.
Possibile?  “Il problema non sono tanto gli autisti che arrivano dall’Italia per brevi servizi, ma quelli che vengono sistematicamente chiamati dalle ditte ticinesi”, spiega Maurizio Abeni, tassista a Lugano: “Se io mi reco in Italia, e mi capita spesso di andare a prendere o accompagnare clienti soprattutto negli aeroporti, utilizzo le strutture come i parcheggi riservati a taxi senza problemi. Se loro vengono da noi dovrebbe accadere lo stesso, non mi scandalizza: il commercio – avverte Abeni – è libero. Ma se i privati italiani con il contrassegno Ncc vengono qui e poi attendono un cliente evidentemente qualcuno li ha segnalati. Ripeto: ci sono ditte, fiduciarie e banche che chiamano auto dall’Italia, vengono qui prendono il cliente che so a Lugano e lo portano a Ginevra. Questo non va bene”.
Il problema è stato sollevato anche da Alessandra Noseda, consigliere comunale udc a Lugano. Che ha denunciato con un’ interrogazione “la recente apparizione di abusivi del taxi, provenienti oltre frontiera, che hanno cominciato illecitamente a trasportare clienti sul nostro territorio”. E ha spiegato che “per la maggior parte dei casi entrano normalmente come macchine Ncc, scaricano clienti ma poi ne riprendono altri  a Lugano trasportandoli come fossero taxisti autorizzati, spesso con la connivenza del personale degli alberghi.  Il problema è già nel mirino della Polizia, sono effettuati controlli e multe, ma il disagio dei taxisti per la sottrazione del lavoro è grande”.
Il mondo del noleggio è una jungla. A Lugano, ad esempio, i taxi sono una quarantina, i privati che invece effettuano il servizio sono circa duecento. Le regole ci sono, difficile è farle applicare. A cominciare dalle tariffe. Giorgio Stefanini, presidente dei tassisti di Locarno (sei licenze fascia A, altre otto messe recentemente a concorso), dice che il problema “qui da noi non sono tanto gli Ncc, quanto gli indipendenti, che applicano prezzi molto più bassi rispetto a quelli standard. Ma il cliente deve sapere che noi offriamo garanzie che loro non possono dare”.
Stefanini si è inventato anche una applicazione Taxigiò, scaricabile dall’App Store che consente di calcolare esattamente quanto costa una corsa. Nella schermata iniziale basta inserire il luogo di partenza e poi quello di arrivo, per percorsi in tutta l’Europa, la data ed è il programma che calcola poi il prezzo finale. “Credo di essere il primo, non soltanto in Ticino ma anche in Svizzera. Con questa iniziativa voglio offrire un servizio, ma anche uno strumento di comparazione che ritengo importante”.  Privati, taxi italiani e Ncc entrano soprattutto per portare clienti  a Campione d’Italia, al Casinò per  giocare. Una volta nell’enclave gli autisti italiani attendono i clienti e a quel punto si fa spesso giorno. Alcune volte perdono la corsa e dunque si arrangiano. Come? Facendo un salto a Lugano e portando passeggeri in Italia. Destinazione: gli aeroporti.
Ma se questo accade, insistono i tassisti, un motivo ci sarà pure. E indicano nuovamente negli hotel, “alcuni non tutti”, i responsabili di questa concorrenza definita “non proprio corretta”. E per questo sollecitano il consiglio di Stato a stabilire regole certe per tutti. “E non soltanto per chi paga le tasse ed è costretto a presentare poi il conto come riscontro di quanto calcolato dal tassametro, mentre altri possono fare un forfait”.
m.sp.

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